domenica 18 marzo 2012

"Stabat mater" di Tiziano Scarpa, Einaudi (2008)

Lo trovo bellissimo, per la sua potenza emotiva e per la raffinatezza lessicale. 
Si tratta della storia di una bambina cresciuta in un istituto, dove impara a suonare, insieme alle sue compagne. Tra i maestri e compositori dell'Ospitale compare il celebre Vivaldi, che ha realmente lavorato nell'Istituto in cui si ambienta il romanzo. L'opera è frutto della fantasia dell'autore, ma ispirata ad una realtà tristemente vera: si tratta dell'Ospedale della Pietà a Venezia, che insieme ad altri Istituti della repubbica veneziana, dava l'opportunità ai minori abbandonati di crescere con un arte o un mestiere, al fine di avere quelle abilità per inserirsi da grandi nella società. In postfazione l'autore spiega di essere nato proprio nei locali che in antichità cosituivano il collegio in cui erano state cresciute quelle bambine e aveva lavorato anche Antonio Vivaldi: il filo rosso che lega l'autore nel tempo ad una realtà così triste, ma al contempo così preziosa, costituisce l'ipirazione del romanzo.
L'opera è un diario nel quale la protagonista, una bambina ospitata nell'istituto, intrattiene un dialogo con la propria mamma immaginaria. L'autore mostra tutta la sua abilità a tracciare i pensieri introspettivi di una bambina lasciata da sola con le sue angosce abbandoniche e cresciute nella fredda omologazione di un Istituto. La solitudine e le fantasie di morte che ne conseguono sono in primo piano per l'intera opera. Il racconto si sviluppa secondo l'esperienza soggettiva della protagonista, la cui esistenza è accompagnata dal ritmo di una continua dicotomia tra il suonare senza essere vista, il silenzio e la comunicazione, l'io e gli altri, l'Istituto e la società esterna, la vita e la morte.
La musica non è solo un sottofondo, una sorta di colonna sonora, ma diventa strumento di dialogo tra la bambina e il mondo circostante, e finisce per veicolare la crescita e la maturazione emotiva della protagonista.
Il romanzo è struggente, nel corso della lettura mi sono confrontato col desiderio di proteggere quella bambina e con la voglia di confrontarmi con quelle suore, che applicavano metodi educativi assai discutibili, evidentemente in linea con la pedagogia dell'epoca. 
Vincitore del Premio Strega 2009, consiglio il libro a tutti, ma in special modo agli operatori della scuola o  comunque a chi lavora o vive a contatto con i bambini. Lo consiglio anche ai genitori adottivi e alle coppie affidatarie.
Una curiosità: Tiziano Scarpa che legge pagine del suo "Stabat Mater"

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