giovedì 13 dicembre 2018

"La mia vita in bicicletta" di Margherita Hack, 2011

Ho incontrato Margherita Hack in due appuntamenti molto distanti nel tempo, purtroppo mai dal vivo. La prima volta, quando da ragazzo (all'epoca facevo le scuole medie) compravo ogni settimana in edicola i suoi fascicoli di astronomia: tutt'oggi custodisco gelosamente nella mia libreria l'enciclopedia che ne è derivata dalla loro collezione.
Il secondo appuntamento l'ho conquistato in "La mia vita in bicicletta": leggendo la bibliografia di Margherita Hack non sembra proprio di leggere la storia di vita di una grande ricercatrice.
Il linguaggio è semplice, l'aria che si respira nella sue pagine è leggera, fresca, piena di vitalità: persino quando nelle ultime pagine l'autrice si confronta con gravi difficoltà sanitarie legate alla sua età ormai avanzata. Sembra che per Margherita, ogni suo traguardo sia stato raggiunto con estrema facilità, eppure la studiosa è passata per periodi drammatici della storia, il più difficile di tutti il nazi-fascismo con le assurde sue leggi razziali. Si rimane profondamente interdetti quando Margherita Hack racconta la scomparsa di amici, di interi nuclei familiari e di professori (uno per tutti la professoressa di scienze Enrica Calabresi), deportati dai nazisti nei campi di concentramento.
A dispetto dello stereotipo che vuole il ricercatore riggobbito sui libri, lo sport è sempre stata un'attività profondamente amata da Margherita Hack: l'atletica, la bicicletta e la palla a volo.
Il libro mi ha fatto spesso sorridere, perché Margherita descrive i medesimi luoghi delle campagne toscane e fiorentine, che io stesso sono solito visitare in bicicletta.
Così, ho avuto quasi la percezione di andare in bicicletta con Margherita Hack, la nostra stella fiorentina.
Come ultima considerazione, mi viene spontaneo un confronto tra Margherita Hack e Rita Levi di Montalcini, la cui autobiografia è scritta in "L'elogio dell'Imperfezione": le due donne hanno vissuto in periodi analoghi, entrambe hanno ottenuto risultati eccezionali nell'ambito della ricerca e si sono schierate esplicitamente nell'antifascismo. Due personalità molto diverse, ma egualmente profonde.

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