giovedì 21 febbraio 2019

"Il giudice che scopre il carcere" di Cristina Bassi e Luca Fazzo, tratto dalla rivista Ristretti 19 febbraio 2019

E' impressionante quanto poche parole possano descrivere così chiaramente l'ambiente del carcere nella sua infinita complessità.
Un giudice visita a fine carriere il carcere nel quale ha costretto i suoi condannati per 17 anni. Finalmente ha dato uno sguardo alle celle e alle condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti.

Lavoro in carcere dal 2003 come psicologo. I testi giuridici parlano della inalienabile funzione trattamentale della pena, ma la realtà penitenziaria rende le pena solo umiliante, infatti lì dentro non funziona praticamente  niente: non c'è igiene, pochissime le iniziative formative, praticamente assente il lavoro. La maggior parte dei detenuti si annoia giorno e notte.
Gli operatori penitenziari fanno i salti mortali per garantire il minimo sindacale.
Ovviamente la materia è politica. Senza i necessari investimenti, non è possibile organizzare niente  di concreto.
Ebbene, sarebbe bello sapere che i nostri giudici fossero più consapevoli di tutto ciò e ancora più bello sarebbe sapere che gli ambienti penitenziari fossero maggiormente aderenti al mandato costituzionale della funzione della pena.
Ecco il link dell'articolo a cui faccio riferimento: Il giudice scopre il carcere

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